giovedi, 04 gennaio 2007
Quello che è difficile da perdonare non è al mondo di essere tetro, ma ai miei fratelli di non raccontare quanto esso sia utile. Nessuno comprende meglio di me che descrivere la funzione del mondo, piuttosto che la sua insopportabilità, è davvero difficle, ma di questo si tratta: Una specie di opportunità di apprendimento, niente altro. Per questo c’è bisogno di una disposizione critica imparziale, non una senza l’altra.
La nostra esistenza è una opportunità di mutare, volgere, transustanziare. Ancora meglio è una opportunità di accettare che tutto questo avvenga, di lasciare che accada, semplicemente. Lo sappiamo proprio tutti che è difficile ma paradossalmente è l’opposto del lasciarsi andare. E’ il modo migliore invece di mantenere una direzione. Di cogliere lo scopo della propria pena.
Ci sono altre opportunità: vivere nel terrore della superstizione per esempio. Quando si aderisce per fede ad un sistema di valori definiti intellettualmente, oppure quando si sostiene un modo di fare le cose perchè in apparenza largamente condiviso. Quando si presume che escludere chi non è d’accordo sia il modo migliore per difendere i valori. O quando la realtà ci pare ovvia, fissa.
L’unica caratteristica fissa della realtà consiste nella sua necessità di mutare. Forma, sostanza, contenuto, linguaggio, colore, suono. Cavalcare la dinamica del disastro consiste semplicemente di accettare la forma nuova del nostro veicolo. Il disastro sta tutto nella nostra mentalità, la configurazione data quando accettiamo il giudizio, nella nostra individuale incapacità di adattarci al veicolo che ci sta portando nella nostra direzione.
4 gennaio 2004
Una giornata strana e confusa, vagamente in preda di questa infezione che ci ha presi tutti, disagio digerente e una immisurabile spossatezza. Non c’è più posto per giorni come questi nella mia vita, come se la vita non fosse più nelle mie mani.
4 gennaio 2003
Those who doubt “preternatural sensitivities” doubt them because these sensitivities are not a regular feature part of their daily lives. Or to put this slightly differently: for most of us, they are, but we discount & overrule these sensitivities with the everyday mind. These sensitivities are born in all of us, but we are trained to disbelieve, to ignore, to discard, to doubt this particular kind of perception. This is more the working of the intuitive mind, where the heart joins the head in the sorting of sense perceptions. Everyday mind is verbal-intellectual: it translates experience into words, and works by word-association. This has the effect of translating three-dimensional experiencing into one-dimensional commentary.
A training in craft, or discipline, reverses the direction & gives primacy to perceptions which escape the censoring, organising and limiting effects of everyday mind. But, in a practical context. Acting on irrational impulses is not quite the same as learning to trust the intuitive perception. So, a bona fide training provides a monitoring context – an instructor, teacher, and/or community of those with greater experience – to help prevent students becoming barking loons.
Siamo molto assonanti, quest’oggi, io e la mia orsettona taglia gigante. La sua immensa pancia esploderà se qualcosa di esterno (interno?) non interviene. Ma non facciamo passi avanti nella decifrazione del nome di questo bambino che arriverà prima che noi lo chiamiamo.
Io amo davvero molto la speciale intelligenza di questa ragazza, la stessa intelligenza che rende la sua vita così difficile e profondamente incompresa, è qualcosa di cui ho un bisogno estremo, non posso immaginare l’anno che è appena passato senza di lei.